Thriller paratattico con sviluppo glamour

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Si sa, gli scrittori badano alla sostanza, scavano nella profondità della natura umana, analizzano la psiche personale e sociale, creano storie a volte scioccanti con l’obiettivo di raccontarci il mondo.
L’Arancia a orologeria con cui abbiamo giocato la volta scorsa è uno tra gli innumerevoli libri che contengono molti di questi spunti. Descrive un mondo marcio, violento, insano. Iperbolico in tutto. Anticipa e spiega tendenze, deviazioni e pazzie del nostro vivere attuale. Alcuni fatti di cronaca violenta, specie nei confronti delle donne, il bullismo, i quartieri periferici delle nostre città in mano alla delinquenza organizzata e no, i politici indaffarati solo a fare il bene proprio anziché quello comune hanno in quel testo, e in molti altri della letteratura, la loro immagine riflessa.

Per fortuna non si vive solo di queste miserie. C’è anche un mondo glamour. Un mondo che insegue e diffonde un’affascinante superficialità, una bellezza seducente, una visione patinata del nostro vivere quotidiano. Volti sorridenti e sensuali, corpi scolpiti ed eternamente giovani, soldi, ricchezza, gioielli, riconoscimento sociale. In una parola: successo.

Perciò oggi, cari scrittori che amate confrontarvi con sfide sempre nuove, lasciate perdere le profonde cicatrici dell’umanità e riscrivete il nostro solito thriller paratattico con tutta la superficialità che potete sfoggiare, indossare, ostentare. Che il glamour sia in voi.

 

Una giovane donna si trova sperduta nel quartiere parigino di Montmartre, intorno a lei una scura coltre di buio. La giovane cammina fra i vicoli costeggiando un lungo muro, ha paura, entra finalmente in una casa. Sale le scale, comincia a intravedere una luce, si trova nel mezzo di un bar frequentato da uomini ubriachi. Gli uomini si avventano su di lei: la vogliono rapinare, forse abusarne. La donna urla di terrore, i maniaci la legano, la buttano in un fiume, aspettano sulla riva di vederla divorata dai topi. La donna sprofonda nell’acqua, comincia a dondolare. Si sente soffocare. Una mano la scuote, si sveglia, finalmente la voce amica del dentista: «Tutto fatto signora. Mezza corona, prego!»

Alfred Hitchcock con Helgaldo

37 commenti

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37 risposte a “Thriller paratattico con sviluppo glamour

  1. miscarparo70

    Ecco: visto, cotto e mangiato. Ché non ho tempo per fare di meglio. Un bel thriller “à la memoires d’un vagine” 🙂

    Diciamolo: girare per Montmartre è molto più impegnativo che farlo per Milano. Expo o non Expo. Perché non basta girare rasente ai muri, la sera, con un paio di Louboutin e la Prada d’ordinanza, ancheggiando come una Pheega Vera. No: serve anche la classe della Hepburn quando, avendo finito la batteria del fido iPhone, ti tocca di salire in un bar per chiamare un taxi, visto che se non sei sotto la Tour Eiffel non si fanno trovare mai. E non importa se la spallina di un completino di Victoria’s Secret, che fa l’occhiolino dalla scollatura morbida, sia sufficiente per trasformare quattro avventori addormentati in assatanati, che sembra non abbiano mai visto l’unico bene di valore per un uomo; sapete meglio di tutte le altre che il vostro “sorriso verticale” vi permette di guardare tutti dall’alto in basso, specie dopo tutto quello che avete speso per ritoccare zigomi e sopracciglia. Certo, il rischio che cerchino di approfittarsene e che poi vi scarichino nella Senna c’è, ma volete mettere la soddisfazione nell’essere sempre al centro dell’attenzione?
    Comunque, sappiate che se anche faceste la fine peggiore voi siete di classe superiore, e vi basterà sempre un sorriso dei vostri per ribaltare la situazione. Anche nel momento in cui il vostro caro dentista vi sta manutenzionando il detto sorriso e pretende mezza corona in cambio. Ma lui è soltanto un uomo. E voi lo sapete.

  2. Inizio bene il mio sabato!

    Aveva seguito il consiglio della sua amica col piercing! Così, stretta nel suo tubino di strass rosa shocking, la giovane Marilyn (che il padre aveva omaggiato alla nascita col nome della sua attrice preferita), si addentra nel quartiere parigino di Montmartre, dove l’antico sapore bohémien le aveva fatto sognare tante volte di calcare il palcoscenico del Moulin Rouge. Mentre si muove a passi felpati con i suoi tacchi 12 rigorosamente a spillo, comincia a fare buio e lei ha paura che qualcuno venga a rubarle la sua tracolla Chanel, ricevuta in regalo per il conseguimento dell’attestato di estetista specializzata in nail art. Si mette al sicuro dentro un androne dove individua una luce in fondo alle scale. Si stira il tubino ai fianchi, si aggiusta il boccolo biondo sulla fronte e sale, ma è una grande sorpresa per lei ritrovarsi in un bar pieno di sudici ubriachi che la spogliano con gli occhi. “Quanti uomini, tutti insieme”, pensa Marilyn stringendo più che può la sua borsetta al petto e pensando che, forse, avrebbe potuto ripassarsi il rossetto sulle labbra, ma il suo entusiasmo viene subito smorzato dagli sguardi bramosi di quegli uomini che subito si avventano su di lei, provando a toglierle con la forza prima la Chanel all’ultima moda e poi il tubino fosforescente. Allora capisce che forse è il caso di evitare i sorrisi ammiccanti e di urlare a squarciagola; ma gli ubriachi la immobilizzano, la legano e la buttano giù nel fiume infestato di topi furiosi che non aspettano altro che divorare le sue giovani e profumate carni. “Oddio no, i capelli bagnati no: ho impiegato un pomeriggio per acconciarmeli” – pensa amareggiata Marilyn mentre sprofonda fluttuando nell’acqua. Poi una mano la tira su per un braccio, lei si sveglia e si ritrova distesa sul lettino del dentista.
    “Tutto fatto, signora, adesso anche lei ha il suo bel brillantino sul dente. Mezza corona, prego!”
    “Che figata”, pensa lei, guardandosi allo specchio tutta contenta!

  3. iara R.M.

    Mi state facendo morire dal ridere!!!!
    Buon Sabato ^__^

    Una giovane donna in hot pants, crop-top e sneakers si trova nel famoso quartiere parigino di Montmartre camminando fra i vicoli e costeggiando un lungo muro; sembra che inizi ad avere paura nel vedere intorno a lei solo una scura coltre di buio. Entra in una casa. Segue la luce che si comincia ad intravedere su in cima alle scale. Con grande shock scopre di non essere in un bistrò di tendenza, ma nel bel mezzo di una convention di nerd, malvestiti e dal pessimo odore. Neanche un bagno in litri del suo prezioso Chanel potrebbe salvarli. Decide di scappare prima che tutti quegli uomini possano avventarsi su di lei per convincerla a rinunciare ai suoi trend alla moda o peggio, costringerla ad assistere alla visione della maratona de “Il Signore degli Anelli”, non certo quelli di “Dolce&Gabbana”. La donna urla di terrore!
    Meglio essere legata, gettata nel fiume e essere divorata viva dai topi!
    La donna inciampa su un tombino e finisce in una pozzanghera di acqua e fango… si sente sprofondare e impreca! Le sue calze sfilate!
    I suoi fantastici calzettoni lunghi e decorati sporchi e bucati!
    E come se la sfortuna non si fosse già divertita abbastanza, anche un’unghia spezzata! Pensare che era stata dalla manicure e aveva un french curatissimo con delle decorazioni davvero chic!
    Si alza da terra perdendo l’equilibrio, tanto da dondolare per un momento;
    poi, una vertigine… si sente soffocare!
    Dov’era finita la sua tracolla Gucci? No! Lasciata cadere nel covo dei nerd!
    In quel momento una mano la scuote…
    Si sveglia, finalmente la voce amica del dentista:
    “ Tutto fatto signora. Mezza corona, prego!”

  4. Grande idea quella del bar dei nerd! Originale come sempre Iara

  5. Una cosa è certa: sono il più filologo di tutti…

    Una starletta del cinema avanza con passo incerto sul red carpet nel rinomato quartiere parigino di Montmartre, intorno a lei una notte senza stelle. La starletta sfila lungo i boulevard costeggiando un muro di fotografi e curiosi che l’immortalano tra i flash, è emozionatissima, incede maestosa nel parterre del teatro. Sale una scalinata, comincia a intravedere i riflettori delle televisioni, si trova nel mezzo di un party esclusivo frequentato da stuoli di gigolo degustanti cocktail. I gigolo la spogliano con gli occhi: la vorrebbero senza veli, forse disponibile per un rapporto sadomaso. La starletta lancia gridolini di stupore, i suoi fans ne cristallizzano le forme in una serie di selfie, la spingono a bagnarsi nella Senna, aspettano trepidanti di vederla salvata da James Bond. L’attrice si trova al centro di un gorgo mortale, si culla dolcemente. È una scena mozzafiato. Una mano ben curata l’accarezza, la fa uscire dalla parte, finalmente la voce amica del chirurgo plastico: «Ecco il seno dei suoi sogni, madame. Centomila euro, please!»

  6. Il Coniglio non è glamour, Iara, anche perché dovrebbe come minimo tosarsi e lavarsi le zanne. Non posso chiedergli questo! Per cui, ci limitiamo al seguente pezzo piuttosto trash, ma molto mannaro…. Ahuuuuu!!! 😀

    A quel tempo, il buio non mi avrebbe mai spaventata: ma forse è perché, in quegli anni, Montmartre non si sarebbe mai potuta definire veramente priva di luci. C’era sempre qualche insegna accesa, il chiarore delle finestre di un night club, la fluorescenza delle luci sui corpi nudi in qualche locale; la pelle abbronzata scintillava di ultravioletti, ovunque: fra i vicoli, lungo i muri interminabili, dentro le case. Ricordi? Sono sola, sperduta; il tuo richiamo mi trascina per le scale, dove i corpi danzavano nell’oscuro languore di un bar; eccone altri, lucidi e sudati, di uomini ubriachi, dove guizzavano fasci nervosi di muscoli; si avvicinano, fremono di desiderio, le loro mani ruvide sfregiano la serica eleganza del mio vestito. Le mie urla riempiono l’aria di vibrazioni ossessive, che si perdono nel ritmo tribale di una danza lubrica, raffinata e selvaggia; mentre lacci di cuoio pregiato mi stringono il corpo nudo, colgo l’immagine di un ventre sinuoso e scintillante, che sussulta sotto i colpi frenetici di una danza sfrenata: è solo un attimo, mi sfugge davanti mentre scivolo verso il fiume. L’acqua mi avvolge: desidero il suo abbraccio, ma la purezza gelida della corrente è infestata di luridi topi. Sento le zanne sudicie che mi lacerano la pelle e la insozzano di bava fetida: lo squallore e l’acqua stagnante mi serrano la gola, dondolo nello spasmo dell’agonia e scopro che il suo ritmo è quello di un estremo amplesso, un godimento finale che mi sprofonda nell’oblio.
    La tua mano mi scuote, è sottile, curata; profuma di anestetico e crema agli elastameri. Ondeggia su di me il tuo viso misterioso e asimmetrico, i tuoi capelli dal taglio scolpito, lo sguardo ribelle e sfuggente. Socchiudi le labbra efebiche e sussurri con voce roca: “mezza corona e sono tuo”.

  7. Grazie Iara, siamo felicissimi che ti sia piaciuta 😀

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