Sintomi: pianto improvviso, violento, prolungato, incontenibile, con successiva emicrania e dolore agli occhi, causato dalle seguenti pagine:
Manzoni, Promessi sposi, Cecilia.
De Amicis, Cuore, Il tamburino sardo.
Oscar Wilde, Racconti, Il gigante egoista, L’usignolo e la rosa.
Dante, Divina commedia, Inferno, Canto XXXIII, conte Ugolino.
Sintomi: senso di abbandono, malinconia, lutto per perdita di un amico caro:
David Copperfield, ultime pagine.
Stai a sentire me, che sono dottore, e segui i rimedi della nonna: chiodo scaccia chiodo. Apri un nuovo libro e leggi.
Avvertenze: non tutti i libri sono uguali: i risultati possono variare. La Letteratura può dare dipendenza. Si consiglia di non leggere alla guida di veicoli o in prossimità di impegni non derogabili.
Prendere sotto stretto controllo medico. Se la cura non funziona, c’è un rimedio alternativo, un po’ “effetto placebo”: andarsi a ricercare storie da morire dal ridere.
Quando scoprii, credo fossi alle superiori, i racconti di Oscar Wilde ne rimasi folgorata, Ma quello che mi fece piangere di più è L’amico devoto.
Strazio puro.
Lo ammetto: con “Il gigante egoista” ho pianto.
Come cerco di spiegare ai miei ragazzi proprio partendo da Dante, leggere è un’attività pericolosissima (davvero ti commuove di più il conte Ugolino di tutti gli altri con storie strazianti che Dante incontra?)
Mi strazia che ne siano coinvolti dei bambini innocenti, e il più piccolo di loro offre ingenuamente le sue mani alla fame disperata del padre.
Per quanto riguarda David Copperfield… idem.