Un editor come dio comanda

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In una sala del Vaticano, alla presenza di porporati, istituzioni civili e gente dello spettacolo viene rappresentata La bottega dell’orefice, unica opera teatrale scritta da Karol Wojtyla.
La sala è gremita. Al centro della prima fila, il papa. Alle sue spalle tra gli altri Nino Manfredi, invitato privatamente dalla Santa Sede.
Manfredi vede che Wojtyla segue la rappresentazione appoggiando il mento ora sulla mano destra, ora sulla sinistra, senza mai rivolgere la parola ai cardinali al suo fianco.
Al termine dello spettacolo scatta l’applauso da ogni punto della sala. Le autorità religiose e civili si avvicinano al pontefice, lo accerchiano complimentandosi per l’attualità del suo dramma, per l’alto valore culturale dell’opera, per la profondità artistica del suo lavoro.
Il papa li ascolta in silenzio, finché si gira e in tono severo si rivolge a Manfredi: «E lei? Lei non dice niente?».
L’attore è colto alla sprovvista: «Santo Padre, non so cosa dire. Si tratta di un’opera prima, un esordio…».
Ma il papa attende una risposta.
«Santità, non posso giudicare un’opera prima, è una scrittura troppo acerba per tentare un giudizio. Non è giudicabile, mi creda».
Wojtyla è spazientito: «Insomma, Manfredi: le è piaciuta o no?».
Manfredi allora si protende verso il pontefice e gli dice a voce bassa: «Santo Padre, se dipendeva dalle sue qualità di commediografo, papa a lei non ce la facevano di sicuro».
Wojtyla scoppia a ridere e applaude Manfredi.

Auguro a tutti quelli che scrivono di dotarsi di un Manfredi alle spalle.

7 commenti

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7 risposte a “Un editor come dio comanda

  1. miscarparo70

    Il miglior regalo di Natale possibile!
    Ne vorrei davvero uno, anche solo per un giorno all’anno.

    • Deve essere una persona che ti apprezza veramente dal punto di vista professionale, e che veramente tu apprezzi professionalmente, quella che può metterti in guardia dalle tue cadute letterarie. Quelli che dicono che tutto ciò che scrivi è straordinario non ti fanno avanzare nella scrittura. Non è facile accettare critiche, ma è anche difficile criticare, per quieto vivere. Meglio dire che va tutto bene. Per questo un giudizio non legato a familiarità o amicizia, disinteressato, è quasi sempre più utile, anche se duro da accettare, di quelli che vogliono soprattutto il nostro bene, e farci sentire al top.

  2. Io un paio le ho trovate, mannaggia a loro, ma se ce ne fosse anche un terzo… non potrei che esserne grato. Soprattutto un correttore di bozze però. Se proprio devo chiedere, per Natale, chiedo quello che pare a me, ti pare? 😛

    • Poiché hai una ragazza che ti sopporta, e da tempo, dille per Natale di regalarti il Piccolo manuale del correttore di bozze, Edizioni Modern Publishing, così non la stressi con i tuoi refusi.

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