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Montanelli contro corrente, quarant’anni fa come oggi

Costituzioni per tutte le stagioni

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I sovietici hanno festeggiato ieri il quarantesimo compleanno della loro Costituzione, che risale infatti al ’36, tessendone compiaciuti elogi. Hanno ragione di farlo perché questo documento si è rivelato a prova di bomba. Esso consentì a Stalin di ridurre, a suon di purghe, tutto il potere nelle sue mani; come consentì a Kruscev di accusare Stalin di averne violato le regole, d’instaurare la direzione collegiale al posto della dittatura, poi di restaurare la dittatura al posto della direzione collegiale; come consentì a Breznev di abbattere Kruscev e di riabilitare Stalin. Ora dicono che, dopo quarant’anni, bisogna cambiarla. Ci pensino bene prima di farlo. Una Costituzione adattabile a tutti gli usi come questa, dove la ritrovano?

 

Indro Montanelli, Contro corrente, 7 dicembre 1976

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In God we trust

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Per la lunga notte elettorale americana, Tg1 ha indetto una grande adunata frivolo-sociologica in cui tutti gli ospiti, invitati a dire la loro opinione, hanno ripetuto dal primo all’ultimo quella degli altri. Forse il solo fordista è stato Noschese, almeno nel momento in cui ha fatto la parodia di Carter. A cosa gl’italiani attingano tanto fervore carterista non riusciamo a capire, visto che gli stessi americani considerano Carter un oggetto misterioso. «Parla con Dio» ha detto compuntamente uno degli interpellati. Questo risulta anche a noi. Ma ancora non siamo in attesa di sapere se Dio gli risponde.

Indro Montanelli, Contro corrente, 4 novembre 1976

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Semplificazione burocratica

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Un cittadino, recatosi negli uffici dell’Archivio di Stato di Milano per consultare un documento, ha chiesto di fotocopiarlo. Compiuta l’operazione, che costava 200 lire, si è sentito dire che, per pagare la fattura doveva recarsi alla Posta e versare la somma sul conto corrente della Tesoreria Provinciale, il che gli è costato, oltre alla perdita di tempo, altre 200 lire. Ecco un chiaro esempio di come funziona uno Stato il quale, più che avere un Archivio, dovrebbe archiviarsi esso stesso.

Indro Montanelli, Contro corrente, 3 novembre 1976

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Il prezzo dell’arte

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Cinquecento scalmanati dell’ultrasinistra hanno assalito domenica sera, a Milano, il cinema Diana, dove si programmava «Novecento, atto primo», ed hanno imposto la riduzione del biglietto da 2500 a 500 lire. La bravata è stata fatta in nome del diritto democratico alla cultura, al divertimento, alla ricreazione. E su questo non siamo d’accordo. Concordiamo invece sul prezzo attribuito al film di Bertolucci: ne basta e avanza.

Indro Montanelli, Contro corrente, 1 novembre 1976

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Cinegiornale/2

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Agl’Incontri di Napoli, uno dei diecimila festival cinematografici che, in aggiunta a quelli dell’Unità e a tutti gli altri, riducono la vita italiana a un’eterna sagra, un gruppo di femministe ha reclamato il diritto di controllo sull’uso dell’immagine femminile per impedire che i maschi se ne servano al solo scopo di dare ai loro film il richiamo della volgarità. Giusto rilievo, ma unilaterale e riduttivo. La volgarità, nel cinema italiano, non ha più neanche sesso. Quanto è bella la Bernarda tutta nera e tutta calda ha per corrispettivo Aretino Pietro con una mano davanti e l’altra dietro. Da ringraziare Dio che non ci ha fatti quadrumani, come meriteremmo.

Indro Montanelli, Contro corrente, 5 ottobre 1976

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Cinegiornale/1

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«Tempo illustrato» pubblica la lettera di un tale che ha lavorato come comparsa in Novecento di Bertolucci. «Le comparse contadine – essa dice –, tanto elogiate attraverso la pubblicità del film, erano pagate meno della metà delle altre normali comparse; le comparse contadine, quando Bertolucci decideva all’ultimo momento di non girare, non venivano per quel giorno pagate nonostante fossero state per diverse ore sul set ad aspettare il regista; le comparse contadine all’ora di pranzo, quando pioveva e vedevano il compagno Bertolucci allontanarsi in “Mercedes” con autista, mangiavano in mezzo al fango…». Pare impossibile. Ma in Italia ci sono ancora dei comitati «di base» capaci d’indignarsi perché quelli di vertice vanno verso il popolo in «Mercedes». In quale regime comunista li hanno mai visti andarci a piedi o in bicicletta?

Indro Montanelli, Contro corrente, 3 ottobre 1976

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Una storia falsa

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Fra le trovate più geniali della truffaldineria internazionale, attribuiranno senz’altro il primo premio alla banda di falsari greci che da anni spacciavano passaporti di uno Stato africano – Antiguana – che non esiste. Non ci sentiamo di dare di allocchi a coloro che ci sono cascati. Di tutti gli Stati nati in questi ultimi tempi in Africa, non è detto che Antiguana sia il più improvvisato o inconsistente. Per lo meno una burocrazia in grado di rilasciare passaporti l’aveva.

Indro Montanelli, Contro corrente, 14 settembre 1976

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Refuso associativo

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«I sindacati radiotelevisivi hanno proclamato una giornata di lutto per denunziare la mancata regolamentazione delle emittenti radiofoniche e televisive libere e per sollecitare il rilancio dell’attività produttiva dell’ente». Questo annunzio è stato diffuso dal Gr-1 delle ore 14 di ieri, ma subito dopo l’annunziatrice ha corretto il lapsus: il lutto in realtà era la lotta. Infatti eravamo un po’ sorpresi. I sindacati, il lutto non lo prendono. Lo seminano.

Indro Montanelli, Contro corrente, 12 settembre 1976

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Di terremoti e di retoriche

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Il Quotidiano del Popolo di Pechino non ci ha ancora detto che le vittime del terremoto di Tangshan ammontano a 800.000, ma tiene a riferirci come si è salvato dal disastro Ciu Kuang-ju, locale segretario del partito. Il merito è tutto di un certo Tang Min che, intento a disseppellire delle macerie le sue due figliolette, quando udì l’invocazione di aiuto del gerarca, non ebbe esitazioni: corse a soccorrerlo, abbandonando al loro destino le due bambine. «Quando ritornò da loro e le trovò morte – conclude il giornale –, non mostrò né dolore né rimorso: aveva agito nell’interesse del partito». È vero che una quarantina d’anni fa leggemmo su un nostro quotidiano questo titolo: «Vecchietta novantenne muore felice cantando Giovinezza!». Ma lo stesso duce chiese il licenziamento del redattore.

Indro Montanelli, Contro corrente, 27 agosto 1976

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Giochi olimpici

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Tirate le somme, ci pare che siano quattro gli atleti dei Paesi dell’Est, che a Montreal hanno disertato il villaggio olimpico e chiesto asilo al governo canadese. E son tutti ragazzi che non avevano dato segni di scontentezza verso i loro regimi, e anzi anche proprio per questo erano stati selezionati. Figuriamoci, con tutta la contestazione che serpeggia e schiumeggia in mezzo alla gioventù nostrana, cosa succederà a Mosca, destinata a ospitare i giochi olimpici dell’80. Quanti saranno gli atleti occidentali che chiederanno asilo politico al governo sovietico?

Indro Montanelli, Contro corrente, 3 agosto 1976

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